mercoledì 29 febbraio 2012

Focaccia Barese

Pomeriggio tranquillo.Edoardo dorme nella sua tutina a righe e io decido di dedicarmi un po'alla cucina e,visto che ho tempo,preparo delle focacce alla barese. Tempo,sì il tempo in questo caso è tutto, perchè la pasta compie la sua infinita magia e lievita,con lentezza,con amore e riempie la casa di quel profumo acidulo che mi ricorda i forni del mio paese.Ed ecco,sulla spianata di legno chiaro ( "il tavoliere") una montagna di farina di semola che sposa  l'acqua tiepida, il lievito ,lo zucchero che ne solletica la lievitazione e  il sale.E poi le mani che impastano,abbracciano e rilasciano quella pasta morbida e calda e il profumo che sale,entra nelle mie narici e penetra nei miei ricordi di bambina. Rivedo mia nonna in quell'enorme stanza da pranzo prepararsi per una delle sue famose ricette;la  riconosco al di là di quel tavolo da dodici,troppo alto e infinitamente lungo per una bambina di quattro anni. Solo quattro anni e ancora il ricordo nitido delle sue movenze,mentre creava ,mentre da pochi ingredienti semplici dava vita alla felicità di noi nipoti;ancora il ricordo di quel regalo,quella piccola spianatoia fatta fare apposta per me,perchè potessi trasformare il fascino dell'imitazione nella mia magia,piccola magia.Ancora il ricordo del tempo trascorso ad aspettare che quella piccola palla di pasta plasmata dalle mie manine di bimba e "segnata" con la croce ( perchè,secondo le credenze antiche,così veniva benedetta dal Signore) divenisse il doppio o il triplo; ancora il ricordo delle favole di mia nonna che riempivano il silenzio del tempo. E poi la magia era compiuta e l'impasto acidulo e gonfio pronto per essere "steso" con le mani unte di olio d'oliva in quelle enormi teglie nere; a me il compito di terminare l'opera costellandola di tanti pomodorini e velandola di origano,quell'origano odoroso che cresce nelle nostre macchie assolate. Ecco,tutto ora era compiuto e toccava al fuoco l'ultimo sforzo per renderci felici.
Sono trascorsi trent'anni,ma le movenze sono sempre le stesse e da quegli stessi ingredienti mani più adulte ricreano di nuovo la magia; anche i profumi sono uguali,anche il lento trascorrere del tempo ad aspettare,ma le favole adesso le racconto io al mio bambino che dorme. Ninna Nanna Nonna.

Focaccia Barese

Ingredienti

300 gr Acqua leggermente tiepida
500 gr Farina di semola rimacinata
1 cubetto di lievito di birra (meglio il lievito madre)
1 pizzicone di zucchero
1 cucchiaino colmo di sale
Olio extravergine di oliva
pomodorini
olive
origano

Versare a pioggia la farina sulla spianatoia e bagnarla un po' alla volta con l'acqua,nella quale avrete sciolto precedentemente il lievito, zucchero e sale.
Lavorare l'impasto fino ad ottenere una massa omogenea e compatta. Formare una palla e lasciarla lievitare, coperta con un canovaccio pulito, almeno un'ora.
Prendere l'impasto e stenderlo,con l'aiuto dell'olio, in una teglia:lasciarlo riposare per 30 minuti. 
Strofinare la superficie con i pomodorini spaccati a metà,che,insieme alle olive e a una bella spolverata di origano,costituiranno il condimento per questa ottima focaccia. 
Infornare a 200° per 30 minuti.






martedì 28 febbraio 2012

C'era una volta

Come tutte le favole,anche questa inizia con "c'era una volta" e inizia in uno splendido giorno di Maggio,quando finalmente nasce un bambino e con lui anche una mamma. O meglio,quel bambino nasce in un  pomeriggio invernale,uno di quei pomeriggi romani,che sanno essere ancora azzurri e caldi ,ma per me,per noi,quel bambino nasce nel momento stesso in cui c'è  consapevolezza e coscienza della sua esistenza. E con lui ritorna il desiderio di vivere lentamente e di circondarsi di cose care,fatte a mano,come le faceva la mia splendida Nonna Maria,con amore,tutto quell'amore che lei ha dato ai suoi figli e a noi nipoti. Riemergono dai miei ricordi infantili e di adolescente i punti della maglia,che si susseguono svelti sui ferri...uno,due,tre...,ma anche i punti del ricamo e le ricette calde di quell'agenda ormai sbiadita che la mia mamma conserva ancora. E tutto diventa parte del mio quotidiano,di questa mia nuova esistenza calma e serena,in cui a ogni mattina segue un lungo pomeriggio accompagnato da un bel libro e dalla scoperta di tutto ciò che circonda il mondo di una mamma, dallo yoga al massaggio prenatale,passando per la medicina naturale.
E poi,un giorno,Edoardo decide che è troppo che vive quella vita ovattata della pancia e arriva all'improvviso dai nostri quasi nove mesi trascorsi insieme e con lui arrivano delle piccole scarpine grigie e quelle piccole  scarpine grigie mi guidano in un mondo ancora diverso, nuovo, fatte di mamma e latte , ninne nanne,abbracci e profumi caldi e vanigliati,come le torte della mia nonna.
"Piccole scarpine grigie" è nato tanto tempo fa nei miei pensieri e ora eccolo qua, a parlare di libri,di ferri e gomitoli,di ninne nanne cantate prima di dormire,di dolci profumi che arrivano dai miei ricordi,delle ricette della mia nonna e del mio amore per il bello.
"Piccole scarpine grigie" vorrebbe entrare in silenzio nella vita di chi lo vorrà.